Gesù Cristo e l’idea biblica della Regalità

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Se vogliamo comprendere la festa di Cristo Re, abbiamo bisogno di recuperare l’idea biblica di regalità come si vede nel più grande re di Israele, Davide, pastore divenuto guerriero.

IFilistei li avevano battuti, e gli israeliti erano determinati a non lasciare che accadesse di nuovo. Così  chiesero a Dio ed al suo profeta, Samuele, quello che tutte le altre nazioni avevano ovvero  un re capace di condurli in battaglia e proteggerli dai nemici (I Sam 8,19). Così Dio diede loro Saul, che in ultima analisi, non riusci’ nel suo compito. Poi fu scelto Davide.

Un candidato, a prima vista improbabile, un semplice pastorello.

Ma aspettate un momento. Se si considera l’ idea della regalità di Dio, forse l’esperienza di Davide come pastore lo rese perfettamente adatto per il compito. Infatti il dovere del pastore era duplice. Quando un leone o un orso minacciavano il gregge, il pastore doveva combattere per proteggerlo. Ma il suo compito giorno dopo giorno era quello di portare le pecore al pascolo dove potevano mangiare e bere, riposare e prosperare.

David mostro’ il suo coraggio quando Golia derise e intimidi’ il popolo di Dio. E porto’ Israele dallo stato  di  popolazione disorganizzata e sotto assedio a quello di un impero mediorientale unificato. Rese orgoglioso  il suo popolo e lo preparo’ al successo.

Ma nella sua attivita’ non pote’ resistere a trarre vantaggi per se’. Il suo obiettivo era quello di proteggere il gregge e prendersene cura. Ma vide una bella pecora, Betsabea, e se la prese per se stesso, anche se suo marito Uria stava rischiando la vita per Davide sul campo di battaglia. Davide alla fine, per coprire il suo peccato, fece si’ che Uria perdesse la vita (2 Sam 11).

È proprio per questo che in primo luogo Dio aveva sconsigliato al suo popolo un re. I grandi di questo mondo, ricorda Gesù, fanno sentire il loro potere. In ultima analisi usano l’ autorità per il proprio tornaconto, sfruttando coloro che dovrebbero proteggere.

Così Gesù viene come un re, ma non un re di questo mondo (Gv. 18,36). Vi siete mai chiesti perché ha detto di star calmi alla gente che andava in giro  proclamandolo re-Messia? Perché la Sua regalità era diversa dal tipo di regalità che loro si aspettavano. Sì, Lui  era davvero in missione per salvare il suo popolo dal potere delle tenebre (Col 1,12). Ma la sua corona era piu’ di spine che d’oro. La sua arma era la croce, piuttosto che la spada. Egli era venuto per servire e non per essere servito. Così la scritta posta sopra la sua testa sulla croce, intesa come presa in giro, proclamava una  profonda verità: “Gesù Nazareno, re dei Giudei” (Lc 23:38).

Questa è vera regalità: il vero re-pastore offre la vita per le pecore.

E che dire delle provviste che  fornisce ai suoi sudditi? Dopo tutto, il suo ruolo è quello di alimentare oltre che difendere. Lui li alimenta e continua ad alimentarli da due tavole: la Parola e l’Eucaristia. Il suo insegnamento e il sacramento del suo corpo e del suo sangue, insieme, costituiscono il nutrimento ristoratore che ha fatto prosperare le sue pecore per 2.000 anni.

Questi pascoli sono sempre verdi. È vero, parte  del gregge non sembra così prospero. Ma quello che si dice a proposito di condurre un cavallo all’acqua (“puoi condurre un cavallo all’acqua ma non puoi costringerlo a bere”) è altrettanto vero per pecore e pascoli: li si può portare lì, ma poi non è possibile farli mangiare e bere.

Per ora Lui ci nutre attraverso dei segni. Le parole della Scrittura sono segni e tutti i sacramenti vivificanti sono segni. Per il momento, Lui protegge le nostre anime dalla schiavitù ai poteri delle tenebre, ma i nostri corpi e i nostri averi sono ancora soggetti alle loro molestie.

Ma le cose ora  non sono come saranno un giorno. Il re che una volta entro’ in città su di un asino la prossima volta cavalchera’ le nuvole. Egli non verra’ piu’ in sofferenza, ma piuttosto sara’ rivestito di gloria. Ora ci vuole fede per vederlo. Un giorno la sua venuta sarà chiara come il sole. Ora Lui non costringe nessuno. Un giorno ogni ginocchio non avrà altra scelta che piegarsi.

Quando Lui arriva, non importa piu’chi ha vinto le elezioni, la promozione o l’Oscar. Egli farà nuove tutte le cose. Alcuni saranno pronti, molti non lo saranno. Alcuni che sono ultimi saranno i primi. Altri che sono primi saranno ultimi.

La domanda non è quando questo accadrà. La domanda è, quando questo accadra’, in quale gruppo saremo?

Questo articolo su Gesù e la nozione di biblica regalità, il re come Pastore, è una riflessione sulle letture per la festa di Cristo Re, ciclo C (2 Samuele 5, 1-3, Salmo 122, Colossesi 1: 12-20 e Luca 23: 35-53).

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