Il Figliol Prodigo e il Vitello d’Oro

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La parabola del Figliol Prodigo ed il culto di Israele del vitello d’oro sono fra le storie più note di tutta  la Bibbia. La connessione? Forse entrambe  rivelano molto sulla natura del peccato, l’idolatria, la grazia … e l’amore misericordioso del Padre.

Tutti conoscono le storie bibliche del figliol prodigo e del vitello d’oro. Ma di solito non si mettono assieme le due cose, come fanno  le letture di questa domenica. Allora, cosa hanno in comune le due storie?

Peccato, Idolatria & il Vitello d’Oro

Risposta: entrambe rivelano moltissimo sulla natura del peccato. Pensateci. Dio vede un popolo asservito in miserabile schiavitù alla nazione più potente della terra. Lui sostiene la loro causa, colpisce con forza gli eserciti del  Faraone, li porta fuori dall’Egitto verso la libertà, e ne fa il suo popolo eletto. E mentre Lui sta dando al loro capo un progetto per la loro nuova vita, decidono di adorare ciò che i loro vicini di casa, i Cananei, adoravano: il potere, la virilità, la fertilità, la prosperità. Il toro d’oro simboleggia tutte queste cose, e proprio per questo, è stato un idolo di primo piano nell’Antico Vicino Oriente.

Il Figliol Prodigo

Ora diamo un’occhiata al Figliol Prodigo. E’ nato in una famiglia prospera ed ha ricevuto tutte  cose buone da suo padre. Ma piuttosto di attendere che suo padre muoia, lui esige la sua eredità oggi, manca di rispetto a suo padre, prende i soldi e scappa. Spreca tutto quello che possiede in feste ed intemperanze, perseguendo gli stessi idoli degli Israeliti nel deserto.

Il cibo lo saziava. Il vino lo rendeva euforico. Le orge lo solleticavano. Ma una volta che tutto fu finito, si trovò in miseria, vuoto, e da solo.

figliol prodigo e vitello d'oro

Questa è la grande illusione del peccato. Sta a penzolare davanti ai nostri occhi come la chiave per portare alla realizzazione ed alla felicità. Si tratta solo di godere dei doni della creazione a dispetto del Creatore, in modo contrario al Suo disegno sapiente e amorevole. E siccome quelle cose erano infatti state create come “buone” da Dio, il peccato in un primo momento  sembra funzionare. Il sapore del peccato e’ inizialmente buono. Ma alla fine, si scopre sempre amaro e ci lascia con una  tristezza vuota e dolorosa. Al contrario, la volontà di Dio in un primo momento puo’ pungere, ma poi porta una gioia profonda che fa cantare i nostri cuori.

Amore Misericordioso del Padre

Allora come si differenziano le storie del vitello d’oro e dell Figliol Prodigo? E ‘davvero la differenza tra l’Antico ed il Nuovo Testamento, tra una preliminare, parziale rivelazione di Dio e la piena rivelazione di Dio in Cristo. Nell’Esodo, Dio Onnipotente reagisce al peccato con una giusta rabbia, come ha fatto in Genesi quando ripulisce il mondo dal peccato attraverso il diluvio. Se non fosse per l’intercessione di Mosè, avrebbe distrutto allo stesso modo gli adoratori del toro e ricominciato da capo.

Nel Vangelo, Dio, Padre misericordioso, guarda oltre il peccato per concentrarsi sul peccatore. Il fratello maggiore del Figliol Prodigo vuole una punizione. Il Padre insiste sulla Misericordia.

Pentimento del Figliol Prodigo

C’è un punto molto importante nella storia che non deve sfuggire alla nostra attenzione. La motivazione del figliol prodigo non è sincero dolore per quanto gravemente ha offeso suo padre. Non sente  nemmeno la mancanza di suo padre. Lui torna semplicemente perché ha fame. Egli ammette il suo peccato e vuole il perdono, certo, ma lo fa per salvare la pelle.

Forse che il Padre si  preoccupa delle motivazioni del ritorno? Insiste sul fatto che la contrizione del figlio sia pura o perfetta? Presta davvero attenzione al discorso preparato del figlio? No. E’ felice che il figlio abbia iniziato il viaggio verso casa, qualunque ne sia il motivo. Gli elargisce doni prima ancora che lui arrivi a casa.

Grazia

Il fratello maggiore insiste sul fatto che suo fratello non merita un simile trattamento. Il Padre non contesta tutto cio’: il figliol prodigo non merita niente, ma il padre gli dà tutto.

Data liberamente, l’immeritata grazia di Dio precede anche la nostra espressione di dolore. Infatti, senza la grazia di Dio, non possiamo fare il primo passo sulla strada del ritorno a lui. Egli ci ama, quando eravamo ancora peccatori, e sembra profondere le grazie più grandi ai più immeritevoli.

Chiedetelo a San. Paolo. Forse egli scrisse di più sulla grazia di ogni altro autore biblico, perché ne aveva bisogno molto di più. Fu Benjamin Franklin a dire che Dio aiuta coloro che si aiutano? Paolo, il più grande dei peccatori (1 Timoteo 1:15), aveva capito che è proprio il contrario: Dio aiuta coloro che non possono aiutare se stessi. Questo è ciò in cui consiste la grazia.

Questo scritto sul figliol prodigo mostra il collegamento della storia con il vitello d’oro, il peccato, la grazia e l’amore misericordioso del Padre. Viene offerto come  riflessione sulle letture della Domenica 24 del tempo ordinario, ciclo C (Esodo 32; Salmo 51; 1 Timoteo 1: 12-17; Luca 15: 1-32).

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