LA DIVINA PROVVIDENZA E LA LEGGE DI MURPHY – IL RUOLO DELLE PROVE E DELL’UNITÀ

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Se Dio provvede, allora perché il pessimismo della legge di Murphy (“Ogni cosa che puo’ andar male, andra’ male”) sembra potersi applicare anche ai cristiani devoti? Perché cose brutte accadono alle brave persone? Perché tanta resistenza, anche da parte di altri cristiani, quando proviamo a fare la volontà di Dio? Questo articolo cerca di mostrare come le prove si inseriscano nella Divina Provvidenza e in realtà conducano alla gioia, all’amore e all’unità.

Spesso i cristiani si sorprendono quando cercano di fare del bene e le cose non vanno secondo i loro piani. A volte si mettono di mezzo fastidi piccoli ma irritanti , altre volte gravi calamità.La Bibbia dice che “Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate” (Apocalisse 21: 1-5).

Prove e Resistenza

Ma questa è una visione della fine della storia, di un cielo nuovo e di una terra dove Dio regna incontrastato. Il problema è che siamo ancora nella storia, viviamo nel vecchio cielo e nella terra dove c’è ancora molta opposizione alla Signoria di Cristo. Riguardo al nostro soggiorno in questo mondo, Paolo dice “dobbiamo subire molte prove se vogliamo entrare nel regno di Dio”. (Atti 14: 22)
Paolo qui sta parlando per esperienza. Il libro degli Atti racconta di come venne scacciato dalla città, quasi lapidato a morte, picchiato con le verghe, imprigionato, naufragato e morso da un serpente velenoso. Quando lui e i suoi compagni entrarono in Macedonia, dice “il nostro corpo non ha avuto riposo ma siamo stati tribolati ad ogni passo – battaglie all’esterno, timori all’interno” (2 Cor 7: 5).
Seguire Cristo non è evidentemente una facile passeggiata. Dio provvede, ma non fornisce necessariamente conforto e convenienza.

Consideratela Letizia perfetta

Perchè no? Perché se non avessimo mai trovato resistenza, non saremmo mai cresciuti. Dopo tutto, cosa fanno i body-builder? Espongono i loro muscoli a una resistenza sempre maggiore, spingendo contro un peso sempre maggiore. “Niente fatica niente guadagno”. Questo è il motivo per cui Giacomo dice “Consideratela perfetta letizia, fratelli miei, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza.” (Giacomo 1: 2-3).
Com’è gentile il nostro Padre celeste a lavorare anche come nostro personal trainer e aggiungere peso alla sbarra di volta in volta!
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Sofferenza, causata anche dalla Chiesa

Ora è facile aspettarci delle prove quando abbiamo a che fare con gente al di fuori della Chiesa. Ma spesso le prove più grandi vengono dal trattare con coloro che sono dentro la Chiesa. Paolo e Barnaba vedevano le cose in modo diverso e così se ne andarono per la loro strada (Atti 15:39). E i cristiani giudaizzanti erano una spina costante nel fianco di Paolo. Flannery O’Connor una volta notò che “siamo destinati a soffrire dalla chiesa tanto quanto si soffre per essa”.
Eppure il Signore ci dà il nuovo comandamento, di amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati (Giovanni 13: 34). Il contesto di questo comando? Gesù aveva appena lavato i piedi dei discepoli e Giuda aveva risposto a questo atto d’amore scivolando nell’oscurità per tradire il suo maestro.
Dobbiamo, quindi, lavare i piedi, anche di quelli che ci infastidiscono o, peggio, ci tradiscono. Ciò non significa essere sempre d’accordo con loro o accettare i loro desideri. Ma dobbiamo amarli e sacrificare la nostra vita per loro.
Chiaramente, questo non è naturale. È naturale, invece, amare quelli che ci amano, che sono d’accordo con noi, che pensano come noi.

La connessione tra Amore e Gioia

Ma questo è proprio il punto. Non siamo più limitati a ciò che avviene naturalmente! La morte e la risurrezione di Cristo hanno gettato il fuoco dell’amore divino e soprannaturale sulla terra. Siamo diventati “partecipi della natura divina” (2 Pietro 1: 4) e sappiamo da Giovanni che la natura di Dio è amore (1 Giovanni 4: 8). Ora è possibile, anche se non è mai facile, amarci l’un l’altro come lui ci ha amati. Anche se spesso dolorosa, l’esperienza di tale amore produce qualcosa che il mondo sta cercando instancabilmente ma non sembra mai trovare – la pienezza di gioia (Giovanni 15:11) e la pace che supera ogni comprensione (Col 3,15)

Unità, così che gli altri possano credere

Dobbiamo amarci l’un l’altro in modo che la nostra gioia possa essere piena. Ma c’è un altro motivo. Il mondo ha bisogno di sapere che Gesù è diverso dai molti falsi profeti che costantemente vanno e vengono. Come fanno a sapere che è veramente l’inviato dal cielo? dice Gesù. Dall’unità amorevole dei suoi discepoli (Giovanni 17:23).
Allora cosa vede il mondo quando guarda quelli che si definiscono suoi discepoli? Non solo siamo divisi tra cattolici, protestanti e ortodossi. Ma anche all’interno delle chiese, troviamo litigi tra conservatori e liberali, tradizionalisti e progressisti. C’è da meravigliarsi se ci sono molti che sono scettici riguardo alla pretesa che Gesù sia morto “per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi?” (Giovanni 11:52).

Il suo ultimo desiderio

Solo attraverso molte prove l’unità cristiana potra’ essere raggiunta e preservata. Ma non è un dettaglio opzionale. Era il suo ultimo desiderio, la sua ultima preghiera, il suo comando al momento della dipartita.
Questo scritto su prove, divina provvidenza, gioia e unità cristiana appare come riflessione sulle letture della quinta domenica di Pasqua, ciclo C (Atti 14: 21-27, Salmo 145, Apocalisse 21: 1-5, Giovanni 13: 31-35).

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