Domenica del Gaudete – Gioa dell’Avvento e Giovanni Battista
Giovanni Battista è spesso pensato come una figura severa e torva. Ma di fatto, potrebbe essere il santo patrono della gioia! Forse è per questo che e...
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Ascolta Israele! Molti hanno sentito parlare del Grande Comandamento – amare Dio con tutto il cuore e il prossimo tuo come te stesso. Ma se Dio è giusto e la salvezza dipende dalla perfetta obbedienza a questo comando, chi può essere salvato?
U n bell’albergo a Gerusalemme assomiglia molto ad un bell’albergo in qualsiasi altra città del mondo, tranne per una cosa. All’ingresso di ogni stanza c’è un piccolo cilindro metallico chiamato Mezuzah che sporge dallo stipite della porta. Contiene un piccolo rotolo contenente un versetto del Deuteronomio: “Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il solo Signore. Perciò amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. “(Dt 6: 4-5).
Qualche versetto dopo, l’autore del Deuteronomio dice che questo comando è così importante che dovrebbe essere ripetuto costantemente, appeso come un ciondolo alla nostra fronte, persino inciso sui nostri stipiti. Da qui le Mezuzah nell’hotel di Gerusalemme, e le scatole dei filatteri contenenti lo stesso testo che gli ebrei devoti legano ai loro avambracci e alla loro fronte, ancora oggi, mentre pregano al muro occidentale di Gerusalemme.
Quindi il Signore Gesù non faceva nulla di particolarmente nuovo quando sottolineava questo famoso verso come il comandamento più importante. È vero, lo collega a un versetto di Levitico 19:18 “amerai il tuo prossimo come te stesso”. Può darsi, però, che qualche altro rabbino avesse accoppiato questi due comandamenti ancor prima di lui.
Ma c’è qualcosa che Gesù ha fatto riguardo a questi comandamenti che nessuno è riuscito a fare prima di lui. Li ha eseguiti effettivamente
Alcuni, come il giovane ricco, erano riusciti a mantenere un buon numero di altri comandamenti, come non rubare o non commettere adulterio. Questi comandamenti proibiscono un certo tipo di attività malvagia. Stabiliscono dei limiti che non possono essere trasgrediti, dei confini ben marcati. Violare questi comandamenti significa scavalcare la linea, commettere un peccato di commissione.
Con i due comandamenti nel Vangelo di oggi, tuttavia, non si tratta di impegnarsi in un’attività proibita o di attraversare una frontiera ben definita. È un comando positivo di amare come Dio ama, con tutto il cuore, completamente, ogni minuto di ogni giorno. Il peccato proibito qui è un peccato di omissione, di mancata attuazione di un obbligo positivo che ci lega in ogni momento. Non si tratta solo di qualche attività visibile, ma della motivazione nascosta di ogni singola attività. Per un essere umano peccatore, soddisfare questo comandamento è molto più difficile che astenersi dal furto, dalla fornicazione o dalla salsiccia di maiale. In realtà, è positivamente impossibile.
Quindi dimentichiamo l’assurdità che “Merito di andare in paradiso: amo Dio e sono una persona abbastanza decente”. Scusate, ma Dio ci ha dato tutto. La giustizia richiede che tu non debba solo dare un “cenno del capo a Dio” nella frequenza settimanale della chiesa e delle preghiere prima dei pasti, non si tratta solo di evitare l’omicidio e il furto. Siamo obbligati ad amare e servire ardentemente Dio 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Trascuriamo di farlo per un solo momento e abbiamo fatto un’ingiustizia a Dio per cui meritiamo di pagare le conseguenze.
Fortunatamente, tuttavia, Gesù ha vissuto ogni momento motivato dall’amore perfetto, per noi e per Dio. Ha persino preferito tortura e morte pur di non rinnegare il suo impegno a soddisfare questi due comandamenti. Con la sua obbedienza, ha conquistato la vita eterna per se stesso e per tutti quelli che gli appartengono, accreditando sul loro conto ciò che egli stesso ha guadagnato con il suo sangue, il suo sudore e le sue lacrime.
E questo sommo sacerdote perfetto ma misericordioso continua a vivere per noi, sempre alla destra del Padre che intercede per noi. Egli prega per la misericordia, affinché il Padre non guardi i nostri peccati e le conseguenze che essi meritano, ma piuttosto la croce che Gesù ha sopportato perchè quei peccati fossero cancellati per sempre. Egli prega anche che il Suo Spirito si riversi su di noi sempre di nuovo, dandoci il potere di amare con intensità sempre maggiore, con sempre meno interruzioni, eccezioni e limitazioni.
Perché lui non è morto semplicemente perché il suo amore fosse accreditato sul nostro conto. Ha versato il suo sangue in modo che potesse scorrere nelle nostre vene, affinché potessimo amare con il suo cuore. Per l’uomo è impossibile. Ma con Dio, tutto è possibile.
Questo scritto sul Grande Comandamento è offerto come riflessione sulle letture della 31a Domenica del Tempo Ordinario, Ciclo B. (Deuteronomio 6: 2-6; Salmo 18; Ebrei 7: 23-28; Marco 12: 28b-34).
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