AVVENTO – LA RAGIONE DELLA STAGIONE
La stagione dell’Avvento non riguarda tanto la preparazione al Natale quanto alla seconda venuta di Cristo. Prepararsi per la sua venuta finale ...
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La storia del vangelo che presenta Gesù che cammina sull’acqua e Pietro che ci affonda, ha molto da insegnarci sulla differenza tra paura, scarsa fede e la fiducia che sopporta onde e tempeste, prove e crisi.
Una delle più famose storie del Nuovo Testamento è quella di Gesù che cammina sulle acque. Se c’è un racconto evangelico che non ci stancheremmo mai di ascoltare, è proprio questo.
Il lago è agitato. Anche se molti degli apostoli avevano passato la maggior parte della loro vita in barca, tuttavia sono preoccupati. Ma quando vedono un fantasma camminare verso di loro sulla cima delle onde, prendono davvero paura. Poi la figura parla e riconoscono una voce familiare, è il Signore!
C’ è un vecchio detto inglese “Gli sciocchi si precipitano dove i saggi si muovono con cautela”.
Ebbene ecco Pietro muoversi: “Signore, se sei davvero tu, dimmi di venire da te sull’acqua.” Il Signore lo prende in parola “Vieni!”, gli dice. Così Pietro ci prova. I primi passi vanno alla grande e lui è tutto entusiasmato.
Ma la cosa buffa, è che quando il Signore gli ha detto di venire, ha trascurato di calmare il vento e le onde. E come Pietro, lontano dalla sicurezza della barca e la compagnia dei suoi amici, si ritrova sballottato da forti raffiche di vento e onde vorticose, la paura prende il sopravvento. E lui comincia ad affondare. Ricordando che Gesù non era lontano, ha il buon senso di gridare: “Signore, salvami!”
Il Signore lo ripesca fuori e poi lo rimprovera dolcemente. Gesù non dice che Pietro non ha fede. Dopo tutto, aveva più fede degli altri undici, per lo meno era uscito fuori dalla barca. Ma Gesù dice: “Quanta poca fede hai! Perché hai vacillato? ”
Penso che se amiamo questa storia è perché possiamo ritrovarci così facilmente in essa. In vari momenti di pio entusiasmo, noi abbandoniamo a Dio la nostra vita, la nostra volontà e il nostro futuro. “Dimmi solo Signore, cosa vuoi che faccia e io obbedirò.” E allora Lui ci sorprende accettando la nostra offerta.
Imperterriti, rispondiamo alla chiamata. Potrebbe essere il sacramento del matrimonio che comporta fedeltà permanente e generosa apertura ai bambini. Potrebbe essere il sacerdozio e la vita religiosa che coinvolgono il celibato e l’obbedienza ad un superiore. Oppure potrebbe essere un corso di laurea, o un periodo di servizio nelle forze armate. Spesso ci imbarchiamo nel nostro viaggio tra fanfare e congratulazioni. Poi incontriamo la dura realtà della routine quotidiana. Ci capitano incidenti inattesi sulla strada della vita. C’è appena nato un bambino con gravi problemi di salute e ci capita di perdere il lavoro. Oppure un bambino modello si trasforma in un adolescente ribelle che sembra rifiutare tutti i nostri valori, compresa la nostra fede.
In tutta franchezza, la maggior parte di noi in tali circostanze si sentirà volare le farfalle nello stomaco.
Pensate che l’aver fiducia significhi essere immuni da sentimenti di paura e di scoraggiamento? No. Gesù stesso ha sperimentato angoscia e terrore nel Giardino del Getsemani. Ma notate che non si è scoraggiato. Egli non ha esitato o vacillato come ha fatto Pietro e come facciamo noi di solito.
“Poca” Fede significa fede immatura. La fede, per essere matura, deve essere temprata con il coraggio, noto anche come fortezza. Il coraggio si manifesta solo di fronte al pericolo. Se non vi è nessun pericolo, nessuna minaccia, nessuna difficoltà, non è possibile usare coraggio. Fede matura significa credere più in ciò che non si può vedere che non nelle cose terrificanti che si possono vedere. Significa mantenere gli occhi del nostro cuore fissi sul padrone del vento e delle onde anche se si sentono gli spruzzi che ci colpiscono in viso.
La frase ripetuta più di frequente nei Vangeli è “Non abbiate paura!” Il Signore qui non parla alle nostre emozioni, perché non si può comandare alle emozioni. Lui parla alla nostra volontà. Dobbiamo prendere consapevolmente la decisione di non permettere alla paura di paralizzarci. Pietro affonda perché ha smesso di camminare. Aver fede significa continuare a camminare anche quando ci tremano le ginocchia.
Questo scritto su Gesù e Pietro che cammina sull’acqua esplora il comando del Signore di “non temere” o “non avere paura” e ci insegna molto sulla paura, sulle prove e sulla fede matura. Viene offerto come riflessione sulle letture della diciannovesima (XIX) domenica del tempo ordinario, ciclo liturgico A (1 Re 19: 9, 11-13, Salmo 85, Romani 9: 1-5, Matteo 14: 22-33 ).
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