IL DIGIUNO QUARESIMALE E L’ALBERO DI FICHI STERILE
La Quaresima parla di digiuno o di banchetto? Forse le due cose hanno una relazione, racconta questo commento sulla storia del fico sterile del vangel...
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L’immagine di Gesù come il buon pastore è confortante nella mente di molti. Ma molti di coloro che per primi hanno ascoltato Gesù descriversi in questo modo erano profondamente turbati. Perché sembrava che Gesù si fosse stabilito come il solo vero Pastore e salvatore. La gente trova ancora questa affermazione inquietante. “E le altre religioni?”, Chiede.
Credere in Dio è politicamente corretto. Purché si riconosca che tutti sono figli di Dio, e che ci sono molte vie altrettanto onorevoli verso l’Altissimo.
A pensarci bene, questo è giusto. Quanto presuntuoso sarebbe affermare che la nostra via è l’unica via.
Non c’è davvero niente di nuovo in questo atteggiamento. Al tempo degli imperatori romani, nessuno aveva niente da dire sulle persone che adoravano un qualche falegname della Galilea che credevano essere il figlio di Dio. Fintanto che le loro vedute erano larghe abbastanza da adorare l’imperatore e Giove, e pure il resto del Pantheon. Ma invece, loro credevano in quello che Pietro proclamava nella prima lettura di questa Domenica: ovvero che non vi è alcun altro nome sotto il cielo attraverso il quale noi possiamo essere salvati (At 4). Non Cesare, non Giove, nè Maometto, o Buddha. Per tale arrogante chiusura mentale furono gettati ai leoni.
Questo significa che le altre fedi non hanno nient’altro da offrire che bugie di perdizione? Niente affatto. San Giustino (100-165), disse che ci sono “semi di verità” sparsi negli insegnamenti dei grandi filosofi. San Paolo onoro’ gli Ateniesi per il loro pio culto del Dio “sconosciuto” (Atti 17).
Ma qui non stiamo parlando di frammenti di verità, ma di salvezza eterna. La redenzione ha richiesto ben più di qualche buona lezione o di citazioni ispiratrici, C‘è voluto un sacrificio perfetto di una vita perfetta, una vita di valore infinito. Budda non diede la vita per i suoi seguaci. Nemmeno Moaometto. E anche se l’avessero fatto, non sarebbero stati dei “salvatori” qualificati in quanto in possesso di una vita senza peccato di valore infinito (si legga ‘divino’).
Solo il Verbo fatto carne era qualificato, e solo Lui osò farlo. Egli è, come ci insegna il vangelo di Domenica, il Buon Pastore che dà la vita per le sue pecore. Ma non è un elitista che esclude – il suo gregge comprende chiunque voglia essere una delle sue pecore, anche quelli che in passato piantarono i chiodi nelle Sue mani sacre. Il suo fu un sacrificio per tutte le genti, per tutti i tempi.
Questo significa che se la gente non ha sentito parlare di lui e continua a seguire Maometto o Budda e’ certamente destinata all’inferno?
Non esattamente. Infatti ci è stato detto che ci sono “altre pecore” che ancora non viaggiano con il gregge, ma che appartengono al Pastore. Rispondendo alla grazia nascosta dello Spirito Santo, hanno aperto il loro cuore alla verità, ovunque essa si trovi, e cercano di fare ciò che la loro coscienza dice loro essere il loro dovere. Essi possono essere devoti di Maometto o Budda perché i loro cuori hanno riconosciuto qualche scintilla di verità e di bontà nell’insegnamento di quegli uomini, e hanno fame di verità e di giustizia. Se muoiono buoni musulmani o buddisti e sono salvati, non sono salvati da Maometto o da Budda, ma dall’unico salvatore, colui che è morto per loro, il Dio sconosciuto che segretamente cercavano mentre leggevano avidamente il Corano o contemplavano la beatitudine del nirvana.
Quindi dovremmo semplicemente lasciarli a loro stessi tanto essi verranno salvati in ogni caso, vero? No,non è quello che dice il Vangelo. Il fatto che sia possibile che essi siano salvati non vuol dire che sia una cosa sicura. Il Pastore vuole nutrire le sue pecore con un cibo ricco, con un nutrimento adeguato per il lungo e faticoso viaggio. E vuole proteggerli da quei ladri e briganti che sono in attesa di tendere un’imboscata alle pecore mentre se ne vanno lungo la strada. Lui può farlo solo se le può raccogliere tutte in un solo gregge che egli può condurre ai pascoli verdi delle Scritture, i Sacramenti, e la ricca tradizione della Chiesa cattolica, il nutrimento che vale non solo per la sopravvivenza, ma anche per una vita abbondante (Giovanni 10:10). Quindi è nostro dovere fare tutto il possibile per introdurli al Pastore e far sapere loro dove si trova il cibo migliore.
Questo scritto si concentra su Gesù come il Buon Pastore e l’unico salvatore e il valore delle altre religioni del mondo. Riflette su Atti 4: 8-12; Salmo 118; I Giovanni 3: 1-2; & Giovanni 10: 11-18, le letture della messa per la quarta domenica di Pasqua, anno B.
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