L’AVVENTO COME STAGIONE DELLA SPERANZA
L’Avvento è una stagione di gioia e di speranza. Paolo dice di rallegrarci nella speranza. Ma che cos’è la speranza, comunque? In che modo...
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La storia di Bartimeo, il mendicante cieco che incontrò Gesù sulla strada di Gerico, è un evento drammatico del Vangelo di Marco che illustra qualcosa di molto importante sulla vera natura della fede cristiana.
Quel giorno a Gerico c’era una folla di centinaia di persone. Senza dubbio tutti avevano delle necessità, alcuni anche urgenti. Ma il vangelo di questa domenica (Marco 10:46-52) racconta che apparentemente solo uno di loro aveva l’audacia di parlare e chiedere aiuto al profeta che tutti erano venuti a vedere.
L’uomo era un mendicante cieco, figlio di un uomo di nome Timeo. Come ci dice la seconda lettura, Bartimeo probabilmente non sapeva che la celebrità era il grande prete dell’ordine di Melchizedek, incaricato da Dio di togliere i peccati del mondo. È anche probabile che non sapesse che questo Gesù era il Figlio di Dio, la Parola incarnata, pari al Padre.
Ma dalle poche parole che dice, come è riportato nel Vangelo, vediamo che credeva a molte cose importanti su questo VIP.
Per prima cosa, chiamandolo “Figlio di Davide” dimostra la sua fede sul fatto che Gesù fosse il messia, il re destinato a ripristinare le fortune di Israele, e onorare l’eredità di colui che liberò Israele dal tormento dei suoi nemici. Inoltre è evidente che credeva che questo maestro (che lui chiama Rabbouni) avesse il potere di liberarlo dal suo tormento personale—la cecità. E questo potere non lo avevano nè i re nè i rabbini d’Israele.
Quindi Bartimeo aveva fede in Gesù. E ricevette il miracolo che desiderava così ardentemente. Gesù gli disse che era stata la sua fede a salvarlo.
Ma una fede silenziosa da sola non avrebbe raggiunto lo scopo. No, se Bartimeo avesse creduto in silenzio all’uomo di cui tutti parlavano, Gesù gli sarebbe passato davanti.
Fortunatamente, Bartimeo aveva quel tipo di fede che si fa sentire e può persino arrivare a dar fastidio. In un altro brano del Vangelo Gesù dice che chi chiede, riceve. E racconta parabole di vedove apparentemente maleducate, e vicini infastiditi, che chiedono con insistenza quello che vogliono e alla fine lo ottengono.
Forse Bartimeo in un’altra occasione aveva sentito quelle parole di Gesù. O forse lo sapeva istintivamente o per grazia ricevuta. Se davvero credeva che Gesù potesse fare qualunque cosa, perchè avrebbe lasciato che il maestro gli passasse davanti senza esaudire la sua necessità urgente? Carpe Diem!
Bartimeo (Marco 10: 46-52) rende chiaro che se la fede è umile e ricettiva, non è pudica, timida, o reticente. La fede prende l’iniziativa. Può effettivamente essere chiassosa, anche a volte sfrontata.
Lui non riesce a vedere esattamente dov’è Gesù e così non può camminare fino a lui a presentare la sua richiesta, in modo dignitoso, semi-privato. Così egli usa quello che ha. . . la sua voce. Fa una gran scena.
Piu’ la gente gli dice di far silenzio, più lui grida forte. E quando finalmente ottiene l’attenzione di Gesù che lo chiama, il testo dice che balza in piedi.
Come leggo questa storia, sono tentato di pensare che se io fossi stato lì, col Signore Gesù di fronte a me, anche io avrei parlato più forte.
Beh, ogni domenica mi confronto con la presenza reale e vera di Colui stesso che guarì Bartimeo. Perchè nell’Eucarestia, il sacramento dei sacramenti, viene messa a nostra disposizione non solo la grazia di Dio (il che è già davvero fantastico) ma anche la presenza corporea di Cristo. Garantito.
Allora perchè in tanti andiamo a Messa ripetutamente ed usciamo dalla porta uguali a quando siamo entrati? Perchè c’è così poca guarigione, così poca crescita in santità? Forse perchè ci manca la fede sfrontata di Bartimeo. Ogni celebrazione dei sacramenti, soprattutto l’Eucarestia, dice il Catechismo (CCC 739, 1106), è una nuova Pentecoste. I doni dello Spirito Santo, perdono, guarigione, purificazione, assistenza, sono tutti a nostra disposizione per essere presi.
Non abbiamo bisogno di gridare come Bartimeo. Ma come lui, possiamo decidere di smettere di andare a casa a mani vuote.
Questo scritto sulla fede di Bartimeo, il mendicante cieco di Gerico, riflette sulle letture della 30ª Domenica del tempo ordinario, Ciclo B (Geremia 31: 7-9, Ebrei 5: 1-6; Marco 10: 46-52).
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