LO SPIRITO SANTO E LA CHIESA CATTOLICA

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Il Concilio di Gerusalemme in Atti degli Apostoli 15 discute un punto molto interessante. Per discernere la corretta interpretazione della Scrittura e la volontà di Dio, dove dovremmo rivolgerci per la guida, l’autorità dell’insegnamento ovvero il Magistero della Chiesa o lo Spirito Santo? Alcuni hanno dipinto queste due possibilità come alternative. Ma lo sono veramente?
L’Antico Testamento contiene oltre settanta libri, pieni zeppi di insegnamenti. Vi sono inclusi non solo i Dieci Comandamenti, ma anche abbondanti istruzioni sul come applicarli alla vita di tutti i giorni. C’era però un limite cruciale inerente a questo dono meraviglioso ma provvisorio di Dio.

La presenza interiore dello Spirito

Il problema fu che nessuno sembrava in grado di trasferire la Legge mosaica dalle tavolette di pietra ai cuori umani. Ogni persona che abbia mai provato a vivere la legge di Dio può capire la frustrazione di Paolo: “Perché io non faccio il bene che voglio, ma il male che non voglio .Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? “(Romani 7:19, 24).
Se Gesù fosse venuto semplicemente a scaricare più istruzioni, il Vangelo non sarebbe una buona novella. No – il suo insegnamento, culminato con la comunicazione non verbale della croce, era destinato a diventare parte di noi, ad essere inciso nelle nostre menti e nei nostri cuori. È la presenza dello Spirito Santo che rende questo possibile. Lo Spirito rende ciascuno di noi il Suo tempio, ci insegna e ci rafforza interiormente.
Riflettendo sui sette doni dello Spirito (Isaia 11: 2-3), San Tommaso d’Aquino nota che la vita cristiana comporta un’entusiasmante relazione con lo Spirito. In questa relazione, siamo portati oltre i limiti della nostra natura umana e siamo in grado di pensare e agire in modi che sono a dir poco sovrannaturali.

Il regalo della Compresione da parte dello Spirito

Quindi una vita di unione intima con Dio, piena di sorprese dello Spirito Santo, non è solo per pochi eletti, santi e mistici canonizzati, ma è l’eredità di tutti i battezzati. Cercare di comprendere la Trinità senza lo Spirito interiore sarebbe agire come un cane che cerca di comprendere la teoria della relatività di Einstein. Ma con il dono della comprensione offerto dallo Spirito, i misteri di Dio possono essere conosciuti interiormente, anche se mai in modo perfetto. Possiamo davvero iniziare a “gustare e vedere la bontà del Signore” (Sal 34: 8).
Ciò significa che persone non istruite come Francesco d’Assisi, Madre Teresa e SantaTeresa, il Piccolo Fiore, possono ottenere una visione brillante della verità su Dio. Ancora più importante, possono arrivare a viverla. Così lo possiamo anche noi!
Allora se ognuno di noi può essere istruito e rafforzato dalla luce dello Spirito Santo, noi non abbiamo piu’ alcun bisogno dell’autorità della Chiesa, vero?
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Magistero e Autorità di insegnamento della Chiesa

Sbagliato. Sfortunatamente, la luce dello Spirito Santo non è l’unica influenza sul nostro pensiero. Il mondo ci subissa costantemente con la sua propaganda attraverso il sistema educativo, l’industria dell’intrattenimento e i mezzi di informazione. Quello che Paolo chiama “la carne” cioè le ferite persistenti del peccato originale, introduce delle distorsioni nel nostro pensiero. E poi c’è il grande Ingannatore che sussurra intelligenti bugie alle nostre orecchie come ha fatto con Eva. Potremmo finire per scambiare una di queste voci per quella dello Spirito Santo.
Il termine “Magistero” è semplicemente la parola latina che usiamo per riferirci all’Ufficio dell’Insegnamento esercitato in modo ufficiale in ogni epoca dai successori degli apostoli, i vescovi della Chiesa cattolica, insieme al Papa, il successore di Pietro. Nella loro ordinazione, un carisma di comando è dato loro dallo Spirito per guidare e insegnare al Popolo di Dio.

Il Concilio di Gerusalemme

In Atti 15, apprendiamo di un serio disaccordo tra i capi cristiani su ciò che era necessario per essere salvati.Nessuno seguì la propria opinione su ciò che lo Spirito stava dicendo. No, i capi della Chiesa si incontrarono con Pietro e gli apostoli a Gerusalemme per quello che gli storici considerano il primo consiglio della Chiesa.
Mentre si ascoltavano a vicenda e pregavano, arrivarono al consenso. Notate come proclamarono la loro decisione: “È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi. . . “(Atti 15:28). La loro decisione non era solo un giudizio burocratico; fu un discernimento autorevole, apostolico di ciò che lo Spirito stava dicendo alla Chiesa. E tutti erano tenuti ad accettarlo. Questo è il modo in cui pace e unità sono state preservate ed è stato permesso al Corpo di Cristo di crescere e prosperare.
Non tutti i giudizi del Magistero sono ugualmente solenni e vincolanti. Ma la cosa importante è il principio. Lo Spirito può davvero guidare ogni cristiano su base giornaliera. Ma lo Spirito Santo ci guida anche attraverso l’autorità dell’insegnamento della Chiesa. Lo Spirito non si contraddice. Quindi, se le nostre opinioni si scontrano con l’insegnamento autorevole della chiesa, l’umiltà ci dice che è la nostra opinione ad aver bisogno di qualche ritocco.

Questo saggio si concentra sulla guida dello Spirito Santo e del Magistero o autorità di insegnamento della Chiesa. È una riflessione sulle letture della sesta domenica di Pasqua, ciclo C (Atti 15: 1-2, 22-29, Salmo 67, Apocalisse 21: 10-14, 22-23, Giovanni 14: 23-29).

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