L’AVVENTO COME STAGIONE DELLA SPERANZA
L’Avvento è una stagione di gioia e di speranza. Paolo dice di rallegrarci nella speranza. Ma che cos’è la speranza, comunque? In che modo...
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Gesù non è arrivato sulla scena per riparare un vecchio sistema. È lo sposo che trasforma l’acqua in vino e fa nuove tutte le cose.
C’erano molte cose riguardo a Gesù che erano piuttosto ordinarie. Si era guadagnato da vivere con il sudore della fronte, come tutti gli altri. Era diventato un rabbino e aveva riunito un gruppo di discepoli intorno a lui, come avevano fatto Giovanni Battista e i farisei.
Allora perché la gente non doveva aspettarsi lche suoi seguaci si comportassero come I seguaci degli altri: “Perché i discepoli di Giovanni e quelli dei farisei digiunano mentre i tuoi no?” chiedevano (Marco 2: 18-22).
Ma Gesù non era venuto per portare deii perfezionamenti alla cultura religiosa di Israele, rattoppando il sistema. Era venuto, piuttosto, “per fare nuove tutte le cose” (Ap 21: 5). Dio aveva corteggiato la razza umana sin dai tempi di Abramo. Gesù non era solo un altro messaggero venuto a portare fiori o cioccolatini. Lui stesso era lo sposo venuto in persona per consumare il matrimonio.C’è certamente una certa continuità tra il corteggiamento e il matrimonio, ma chiunque l’abbia mai fatto può confermare che impegnarsi pubblicamente per un altro per sempre è un passo radicale che dà inizio a qualcosa di completamente nuovo. Stabilire una relazione così nuova, totalmente impegnata, o nelle parole di san Paolo, una nuova alleanza (2 Cor 3: 6), è esattamente il motivo per cui Gesù era venuto – per sposasi con noi per sempre (Osea 2: 21-22 ).
Il banchetto di nozze di Cana (Giovanni 2) è la storia di Gesù che soddisfa i bisogni di una festa in difficoltà. Ma è più di questo. Ci mostra che Gesù è il vero sposo che viene a cambiare l’acqua insipida della vecchia legge nel ricco vino di quella Nuova.
La vecchia legge era buona, intendiamoci. Ci ha insegnato come Dio voleva che vivessimo. Il problema era che non riusciva a fornire la potenza necessaria per farlo. Era una legge di norme e regolamenti, scolpita nella pietra. La nuova Legge doveva essere incisa nei nostri cuori dallo Spirito Santo che avrebbe preso residenza lì, autorizzandoci non solo a fare la volontà di Dio, ma in realtà ad essere come Dio. Con il potere di Dio che dimora dentro di noi, non avremmo più solo conoscenza di Dio come attraverso i libri di testo. Gesù era venuto in modo che potessimo realmente conoscere il Signore intimamente, attraverso l’esperienza. La profezia di Osea si sarebbe quindi adempiuta.
Ma i matrimoni sono costosi, come può confermare ogni padre della sposa. Ai vecchi tempi c’era la dote. Oggi c’è l’abito, gli anelli e il ricevimento.
Quindi non dovrebbe sorprendere che il matrimonio tra cielo e terra non sia avvenuto senza costi. Per prendere Eva come sua sposa, Adamo dovette subire l’apertura del suo fianco e la perdita di una sua costola. Per prendere la Chiesa come sua sposa, Gesù subì non solo l’apertura del suo costato, ma anche la perdita della vita.
Notate, però, che il sangue e l’acqua che fluiscono da quel fianco trafitto rappresentano due doni preziosi. Ricordate cosa disse Gesù a coloro che si preoccupavano del fatto che i suoi discepoli non digiunavano: “come possono digiunare gli invitati a un matrimonio finché lo sposo è ancora in mezzo a loro?”
Lui fu , ovviamente, tra loro fino all’Ascensione, quando finalmente salì in paradiso. Ma attraverso l’acqua del battesimo e il calice eucaristico del sangue di Cristo egli è ancora con noi, toccandoci e nutrendoci in modo intimo, tangibile. E così, dobbiamo banchettare. Ma se ricordiamo la sua dolorosa passione e riflettiamo su come i nostri peccati ne furono responsabili, dobbiamo anche digiunare.
La grande stagione che iniziamo ogni Mercoledì delle Ceneri include sia banchetti che digiuni. In realtà, per ottenere il massimo dalla Quaresima, dobbiamo fare entrambe le cose: digiunare dalle leccornie e dai divertimenti che spesso ci distraggono e banchettare alle mense della Parola e dell’Eucaristia, dove ci viene ricordato l’amore dello sposo e siamo colmati dal Suo Spirito.
Questo scritto sul significato più profondo di Gesù, delle azioni dello sposo alla festa delle nozze di Cana, è offerto come riflessione sulle letture per l’ottava domenica del tempo ordinario, ciclo liturgico B – Osea 2: 16-22; Salmo 103, II Corinzi 3: 1-6; e Marco 2: 18-22.
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