ASCOLTA ISRAELE! – IL GRANDE COMANDAMENTO DA MANTENERE
Ascolta Israele! Molti hanno sentito parlare del Grande Comandamento – amare Dio con tutto il cuore e il prossimo tuo come te stesso. Ma se Dio ...
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La storia di San Tommaso ci mostra che anche gli apostoli vivono non di giustizia, ma di Divina Misericordia. Ecco perché questa storia è sempre il tema del Vangelo della Domenica della Divina Misericordia, l’Ottava di Pasqua.
I Vangeli raccontano una storia incredibile. Una concezione verginale. Guarigioni miracolose. Perfino persone che tornano a vivere dopo essere morte. Come facciamo a sapere che non è tutto solo un’invenzione fantasiosa?
Ci sono molte prove dell’attendibilità dei Vangeli, ma qui c’è una delle prove più significative che io conosca. Pensateci un attimo. Se faceste parte di un gruppo che ha deciso di perpetrare un falso, quale sarebbe la vostra motivazione ? Non vorreste ottenere dei vantaggi significativi da una attività così rischiosa? Forse fortuna, fama e privilegi? E desiderando essere una figura di spicco in questo racconto, non vorreste almeno che la storia desse di voi un’immagive positiva?
Ma nella storia raccontata dagli apostoli, quasi tutti loro fanno una brutta figura. Durante il ministero pubblico di Gesù loro ripetutamente non riescono a “capire”. Infatti Gesù stesso si logora cercando di martellare la verità dentro la loro testa dura. Dopo aver assistito a tre anni di miracoli, uno di loro tradisce Gesù e il capo di quel gruppo di apostoli lo rinnega. Tutti, tranne uno, scappano quando è crocifisso, e nessuno crede a Maria Maddalena quando lei porta la notizia della Sua risurrezione.
Ma l’episodio narrato in Giovanni 20,19-31 è quello più significativo. Il Cristo risorto appare ai dodici la sera della Domenica di Pasqua. O meglio, dovrei dire apparve ai dieci. Giuda, il traditore, si era tolto la vita. E Tommaso, il gemello, mancò a quell’occasione . Quando Tommaso ritorna dal gruppo, si rifiuta di credere. Egli esige che venga presentata personalmente alla sua signoria una prova empirica: “A meno che io non metta il dito nel segno dei chiodi nelle sue mani e metta la mano nel suo costato, io non crederò .” Questo suona più come il capriccio di un bambino che non come la frase di un apostolo .
A dire il vero Gesù avrebbe potuto dire “basta”. Tommaso aveva già visto tanto. Atti 1 ci dice che Giuda fu sostituito da Mattia. Anche questo scettico ingrato avrebbe potuto essere facilmente sostituito.
Ma Gesù non applica a noi una giustizia ferrea. No. Grazie a Dio! Egli viene a noi nella misericordia, dandoci quello che non meritiamo. Ed è così che fa con questo dubbioso. Una settimana dopo gli dà quello che aveva chiesto. Immaginate quanto Tommaso avrebbe desiderato rimangiarsi le parole mentre metteva la mano nel sacro costato del nuovo Adamo.
Non si può dire che tutto questo abbia dato a Tommaso la vera “fede” nella risurrezione. Perché la fede è credere in ciò che non si può vedere . Camminare nella fede non significa camminare vedendo. In cielo, vedremo Dio faccia a faccia, così non ci sarà più bisogno di ” fede”. Gesù dice che sono beati quelli che non hanno visto, ma credono.
Ma Tommaso ha fede in qualcos’altro che non riesce a vedere. Vide Lazzaro, il figlio della vedova di Nain e la figlia di Giairo, tutti e tre risuscitati dai morti.
Tommaso ora vede un altro essere umano risorto davanti a lui e gli dice quello che non aveva detto ai primi tre: “Mio Signore e mio Dio”. Qui Tommaso professa ciò che può essere visto solo con gli occhi della fede. La risurrezione di Gesù non è solo una meraviglia da aggiungere al libro dei primati. Gesù non è un Houdini del primo secolo. No, la sua risurrezione è il segno che Egli è il Messia, il Re, l’Eterno Dio che si e’ incarnato.
Quindi a questo uomo, umiliato dalla misericordia di Cristo, non dispiace d’essere conosciuto da tutte le generazioni come “Tommaso l’incredulo”. Lui e gli altri apostoli diffondono una storia in cui nessuno di loro fa una bella figura. E per questo non ricevono privilegi, ma la persecuzione e la morte.
Allora perché diffondono questa storia? Perché è la verità. E perché è una proclamazione della misericordia di Dio che non rifiuta gli ottusi, i deboli, e i dubbiosi, ma invece dà loro il potere di diventare forti, amorevoli e saggi. “Ecco”, dice Gesù, “io rendo nuove tutte le cose.” (Ap 21,5)
Questo scritto su San Tommaso è offerto come riflessione su Atti 2, 42-47; Salmo 118: 2-24; I Pietro 1: 3-9; Giovanni 20: 19-31, le letture della Messa per l’Ottava di Pasqua (Domenica della Divina Misericordia), anno A.
Per ulteriori risorse sulla Stagione Pasquale e la Domenica della Divina Misericordia, consultare la sezione PASQUA della Biblioteca dell’Iniziativa Crossroads.
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