CHI HA BISOGNO DI CHIESE? – LA CONSACRAZIONE DI SAN GIOVANNI IN LATERANO
La Festa della Consacrazione della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma il 9 novembre solleva una questione importante: “perché i cattoli...
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Questo e’ il terzo articolo di una serie sulla Comprensione della Messa si concentra sul modo in cui il Signore Gesù è veramente presente nel suo corpo, la chiesa, nonché sulla sua reale presenza nel sacerdote.
Che sia cattolica o no, che lo capisca o no, la maggior parte della gente ha sentito il termine “presenza reale” e sa che ha qualcosa a che fare con ciò che i cattolici credono riguardo alla Messa. In effetti, la Chiesa insegna che Cristo è veramente presente nell’Eucaristia – e presente in almeno quattro modi diversi. Oggi ne vedremo due.
Per prima cosa, Cristo è presente nella congregazione. Gesù disse che arebbe stato presente ogni volta che due o tre si fossero riuniti nel suo nome (Mt 18:20), e di solito la congregazione della Messa domenicale conta ben più di due o tre persone! Anche quando è difficile vedere Cristo nei nostri compagni di messa, Lui è davvero lì. La gente puo’ arrivare distratta e preoccupata, ma quando entra in quella chiesa non e’ più costituita da individui sparsi, ma da membri del corpo di Cristo. Che ne sia consapevole o no, la gente viene aggregata insieme nel Corpo di Cristo.
A messa approfondiamo la nostra comunione con tutta la Chiesa, così come con il Signore. Questo è il segno della pace. Questo segno, anche se a volte viene visto come un’idea alla moda inserita nella Messa intorno al 1970, è in realtà il recupero di una pratica della Chiesa primitiva. Ricordiamo ciò che Gesù disse in Matteo 5: 23-24: “Se stai offrendo il tuo dono sull’altare, e lì ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia il tuo dono davanti all’altare e vai; prima riconciliati con tuo fratello, poi vieni e offri il tuo dono. ” Il segno della pace non è tanto inteso come un’opportunità di congratularsi a vicenda ma come un segno che non abbiamo nulla contro nessuno. Significa che rinunciamo a ogni amarezza, risentimento e gelosia mentre veniamo come un solo corpo a ricevere insieme il Signore.
Spesso, la nostra coscienza è chiara sul fatto di non aver commesso peccati contro le persone della congregazione. Non abbiamo urtato l’auto di qualcuno senza informarlo, né abbiamo diffamato o derubato o truffato qualcuno. Ma insieme ai peccati di commissione, è importante prendere nota dei nostri peccati di omissione.
Nella sua prima lettera alla chiesa di Corinto, Paolo rimprovera i Corinzi per ciò che non stavano facendo. Apparentemente, c’erano membri ricchi della congregazione che erano ignari dei bisogni dei membri poveri. Mangiavano un pasto magnifico mentre i poveri sedevano lì affamati e assetati, e in seguito ricchi e poveri si sarebbero riuniti tutti per celebrare l’Eucaristia. È gravemente sbagliato, dice Paolo. In effetti, “è per questo che molti di voi sono deboli e malati, e alcuni sono morti” (1 Cor 11:30).
“Discernere il corpo “, come diceva Paolo – discernere il fatto che la comunità è il corpo di Cristo in un modo molto reale – è una cosa seria. Cristo è presente nei nostri compagni di culto durante la Messa, e ciò che facciamo o non facciamo al piu’ insignificante di loro, lo facciamo o non lofacciamo a Cristo stesso (vedere Mt 25:40, 45).
In secondo luogo, Cristo è presente alla Messa nella persona del sacerdote. Non si tratta di stabilire se il ministro ordinato è un predicatore eccitante o una persona particolarmente santa. Molti dei nostri sacerdoti infatti sono una ispirazione per la loro santità e sono potenti nella loro predicazione. Altri no. Ma la buona notizia è che la presenza di Cristo non dipende dalle virtù personali del sacerdote. Cristo si rende presente attraverso il carisma che il sacerdote ha ricevuto tramite l’ordinazione. Questo è uno dei motivi per cui il sacerdote cattolico indossa abiti da cerimonia quando celebra l’Eucaristia: significa che agisce nella persona di Cristo, non nella sua stessa persona.
In realtà, Gesù è l’unico sacerdote. Tommaso d’Aquino lo spiega chiaramente: “Solo Cristo è il vero sacerdote, gli altri sono solo i suoi ministri” (Catechismo, par. 1545). Il sacerdote ordinato è un’icona o un’immagine di Cristo. Attraverso di lui, Gesù rende presente il Suo sacerdozio in un modo molto speciale.
Se siete felici del vostro parroco, se la sua celebrazione della Messa vi commuove, è una grandissima benedizione. Ringraziate Dio per lui! Se è meno che stimolante e in qualche modo vi rende più difficile pregare, allora pregate per lui. I sacerdoti hanno una straordinaria responsabilità e un lavoro molto difficile. Tutti meritano il nostro sostegno amorevole.
Una delle cose che amo di San Francesco d’Assisi è che lui non ha mai redarguito il clero. In un’epoca di diffusa corruzione clericale, Francesco ha sempre ringraziato Dio per aver potuto ricevere il Sacro Corpo e il Sangue dalle mani di un sacerdote, fosse esso degno o indegno. Più efficacemente delle denunce, l’esempio amorevole di Francesco ha portato a un cambiamento nei sacerdoti, chiamandoli a una maggiore virtù e una vita più profonda in Cristo.
Questo articolo è il terzo di una serie in cinque parti sulla comprensione della Messa. L’intera serie è adattata dal libro di Marcellino d’Ambrosio, Exploring the Catholic Church. Questo scritto si concentra sulla “presenza reale” di Cristo nella Messa per la sua presenza nei membri della Chiesa, nel corpo di Cristo e nel sacerdote ordinato. La quarta parte discute della presenza di Cristo nella Parola e della presenza del suo corpo e del suo sangue attraverso il sacramento. Per leggere le altre parti della serie, si usi il menu’ seguente.
Understanding the Mass – Part I
Understanding the Mass – Part II
Understanding the Mass – Part IV
Understanding the Mass – Part V
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