IL GIOVANE RICCO E RE SALOMONE
Sia il giovane ricco del vangelo di Marco che il re Salomone hanno dovuto fare una scelta molto difficile. Dovendo prendere una decisione simile, qual...
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Mentre il cristianesimo non può essere compreso senza il Venerdì Santo e la sofferenza e la morte di Gesù Cristo, la croce sarebbe senza potere se non fosse per la tomba vuota della domenica di Pasqua. Questo articolo usa Aslan, la figura centrale nella famosa storia di CS Lewis, il Leone, la Strega e il Guardaroba, per illuminare il significato della risurrezione del Leone di Giuda e la “magia profonda” del piano di Dio per la salvezza.
Le donne partirono presto per svolgere il loro triste compito (Marco 16: 1). Era il primo giorno della settimana, il giorno in cui Dio aveva detto “Sia la luce” (Genesi 1). Ma le donne erano di cattivo umore, perché colui che si era chiamato luce del mondo giaceva freddo in una tomba oscura.
Le mascelle della morte si erano chiuse intorno a lui, come la balena aveva inghiottito Giona. Ma la morte, come la balena, andava incontro ad una sorpresa spiacevole. Era andata troppo lontano. Aveva addentato più di quanto potesse masticare. La luce del mondo uscì dalla sua prigione oscura, lasciando aperta la bocca spalancata della caverna come per stupore. Le donne trovarono una tomba vuota. Le fauci della morte non potevano prevalere contro di lui.
Aslan, il Re Leone delle Cronache di Narnia, spiega la “magia profonda” che e’ responsabile di questo: “Quando una vittima volontaria che non aveva commesso alcun tradimento viene uccisa al posto di un traditore. . . la morte stessa comincia a indietreggiare. ” Nel racconto di C.S. Lewis, Aslan non solo nasce dalla quiete della morte, ma diventa uno spirito che dà vita, infondendo nuova vita in quelli trasformati in pietra fredda dalla strega cattiva. La morte inizia a indietreggiare. Un’ondata inarrestabile di calore e vita inizia a sorgere, fluendo da Aslan e facendo rivivere tutti nel suo cammino implacabile.
Gesù è morto al posto di tutti i traditori, non di uno solo. E subito dopo che l’Innocente aveva consegnato il suo Spirito, dal suo lato trafitto iniziò un rivolo che divenne un’alluvione che dava la vita. La morte iniziò ad andare a ritroso. Innanzitutto fu il corpo rigido dell’Agnello a sperimentare la trasformazione. Quel corpo non è semplicemente tornato alla vita che aveva vissuto prima del Venerdì Santo. No, questa metamorfosi non era solo rianimazione ma vera risurrezione, l’innalzamento dell’esistenza umana a un tipo completamente nuovo, immortale.
Poi tocca ai discepoli. È vero, il rigor mortis non aveva carpito i loro corpi. Ma i loro cuori erano stati pietrificati dal peccato e dalla paura. Il Risorto alita su di loro, prima nella stanza superiore (Giovanni 20:20) e poi la domenica di Pentecoste (Atti 2). I loro cuori si trasformano da pietra in carne (Ezechiele 36: 26-28), capaci di amare e donare in un modo che supera le capacità umane, con un potere a dir poco divino.Lo tsunami guidato dal respiro del leone ha lavato oltre 3.000 persone in quel giorno. Come tutte le onde di marea, questa è mortale, come avevano scoperto il faraone e i suoi carri (Esodo 14). Distrugge il distruttore che aveva tenuto prigioniero il popolo di Dio e interrompe la vecchia vita di schiavitù. La lettera della Veglia pasquale ci pone questa domanda: “Non sei consapevole che noi che siamo stati battezzati in Cristo Gesù siamo stati battezzati nella sua morte?” (Romani 6: 3-11).Che preparativo! Il Leone di Giuda subisce in realtà tortura e morte, scendendo in una vera tomba . Condividiamo il frutto della sua vittoria venendo sepolti solo per pochi secondi nelle acque salvifiche del battesimo.
La vita risorta che sperimentiamo di conseguenza è molto reale. I nostri cuori sono scongelati e iniziamo a vivere la Sua vita risorta. Eppure i nostri corpi rimangono mortali. La tomba è ancora aperta davanti a noi. Ma diamo a Lui ancora un po’di tempo: la morte ha iniziato ad andare a ritroso. Come i nostri spiriti sono stati riportati in vita, così saranno i nostri corpi. In quel giorno Lo vedremo con occhi nuovi e immortali in grado di sopportare la luce ardente della Sua gloria maestosa.
Nel frattempo, la nostra responsabilità è chiara. Dobbiamo permettere ai raggi curativi dell’alba che viene dall’alto di penetrare in ogni angolo buio e morto dei nostri cuori e anime. Inoltre, con le donne e i discepoli, dobbiamo invitare il mondo intero a gioire con il Leone vittorioso mentre si sbarazza delle roccaforti rimaste della morte e rende tutto nuovo.
Questo scritto che illumina la risurrezione del Leone di Giuda con l’aiuto di Aslan, dalle Cronache di Narnia di C. S. Lewis, è una riflessione sulle letture della Veglia pasquale e della Domenica di Pasqua, ciclo liturgico B che include Genesi 1: 1-31; Esodo 14: 15-15: 1; Ezechiele 36: 16-28; Romani 6: 3-11 e Marco 16: 1-8).
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