IL GIOVANE RICCO E RE SALOMONE
Sia il giovane ricco del vangelo di Marco che il re Salomone hanno dovuto fare una scelta molto difficile. Dovendo prendere una decisione simile, qual...
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La solenne festa dell’Epifania del Signore avviene tradizionalmente il 6 gennaio dopo i dodici giorni di Natale. L’Epifania commemora tre eventi scritturali: la visita dei Magi alla stalla di Betlemme che segue la nascita di Gesù, il Battesimo di Cristo nel Giordano e il suo primo miracolo alle nozze di Cana. Questo articolo si concentra sul significato dei Magi o dei tre saggi dell’est pagano che seguono la stella alla ricerca del re.
Fino ad ora, tutto è stato piuttosto modesto. Una cavalcata a dorso d’asino in una città polverosa a sud di Gerusalemme. Camere d’albergo tutte prenotate. Partorire in una stalla e deporre il bambino nella mangiatoia di un animale anzichè in una culla accogliente.
In questa scena di oscura povertà compare improvvisamente un entourage esotico da una terra lontana. Dignitari in alta uniforme coprono il neonato di regali costosi che sembrano fuori posto in un ambiente cosi’ umile.
Questo evento è così importante da trovarsi dedicata una festa nella liturgia romana, celebrata tradizionalmente il 6 gennaio, subito dopo i dodici giorni di Natale. Questa festa solenne si chiama Epifania, una parola che significa “manifestazione” o “apparizione”.
Per un attimo, quello che sembra essere solo un bambino che piange in una famiglia di indigenti “appare” per quello che Egli è veramente: il Re dei re e il Signore dei Signori. I doni che gli vengono dati, come profetizzato in Isaia 60:6, raccontano la sua storia: l’oro che si addice ad un re, l’ incenso per l’adorazione di Dio, e la mirra, amara ma preziosa, per l’eroe che dara’ la vita per il suo popolo.
Ci sono varie cose importanti da notare su questi prestigiosi visitatori. Sono Gentili, non Ebrei. Ecco che fin dall’inizio della sua esistenza umana, Gesù chiaramente non è solo il Messia ebreo che è venuto a liberare il popolo di Israele dall’oppressione straniera. No, lui è il re universale, il sovrano di tutti, che è venuto per abbattere il muro di ostilità che divide l’Ebreo dal Gentile, nazione da nazione.
Se vi siete mai chiesti cosa significhi la parola “cattolico”, questa è la risposta. Deriva dalla parola greca che significa “secondo il tutto”, significa che Cristo non è venuto a stabilire una qualche setta religiosa locale per pochi eletti, un “culto” tra i tanti. No, la Chiesa da lui fondata è “cattolica”, universale, diffusa su tutto il mondo, accogliendo l’intera razza umana in una nazione, una famiglia, sotto un unico re. Come ha scritto una volta James Joyce, cattolico significa “ecco che tutti arrivano”.
Un’altra cosa va notata riguardo a questi illustri visitatori. Come Gentili, essi sono pagani. In realtà il termine “Magi” è chiaramente legato alla parola “magia.” Non basavano la loro saggezza sulla Bibbia (altrimenti avrebbero saputo andare direttamente a Betlemme). Ma in ricompensa per la loro ardente ricerca della verità, anche se forse mal guidata, Dio li condusse a Cristo in ogni caso, nella Sua grande misericordia.
Fin dai tempi di Balaam, Dio ci ha mostrato che i pagani possono essere misteriosamente attratti da Lui e usati da Lui, a volte anche attraverso le proprie imperfette tradizioni di saggezza. Se andate alla Cappella Sistina e studiate l’opera di Michelangelo, potete vedere la prova di tutto questo. A ricoprire la parte superiore di una parete della cappella sono i famosi dipinti di molti dei profeti dell’Antico Testamento. Di fronte a loro non stanno gli apostoli del Nuovo Testamento come ci si potrebbe aspettare, ma piuttosto, una fila di Sibille, le profetesse del mondo antico, nei cui oracoli sono state scoperte allusioni oscure ad un futuro salvatore-re. Una delle Sibille di Michelangelo ha la bocca spalancata per lo stupore, gli occhi fissi sull’affresco del Cristo risorto sul retro della cappella. Infatti, i desideri più profondi di tutti i popoli, gli elementi di verità trovati in tutte le religioni e filosofie, sono soddisfatti in Cristo.
Questo significa che tutte le religioni sono uguali e che non dobbiamo imporre le nostre idee agli altri? Niente affatto. San Giustino ha detto che ci sono “semi del Verbo” sparsi in tutto il mondo. Ma i semi sono destinati a germogliare, crescere e portare frutto. Per realizzare questo obiettivo è normalmente necessario essere esposti a tutto il Vangelo e partecipare a tutti i mezzi della grazia. Tutti i popoli del mondo hanno diritto a questa pienezza “cattolica”. Ed è nostro dovere condividerla. Paolo VI ha detto bene: “altri possono essere in grado di essere salvati senza sentire il Vangelo, ma possiamo noi essere salvati se trascuriamo di annunciarlo?”
Per maggiori risorse sull’Epifania, visitare la sezione della Epifania – Battesimo di Cristo della Biblioteca dell’Iniziativa Crossroads.
Questo scritto è una riflessione sulle letture della Scrittura per la solennità dell’Epifania che si celebra tradizionalmente il 6 gennaio, cicli A, B e C (Isaia 60: 1-6; Salmo 72; Efesini 3: 2-6; Matteo 2: 1-12).
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