L’AVVENTO COME STAGIONE DELLA SPERANZA
L’Avvento è una stagione di gioia e di speranza. Paolo dice di rallegrarci nella speranza. Ma che cos’è la speranza, comunque? In che modo...
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Il famoso miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci ci chiama a confidare nel fatto che quando offriamo al Signore le nostre risorse pur scarse e mediocri, Lui farà una trasformazione meravigliosa, proprio come quando trasforma il pane e il vino dell’Eucaristia.
Uno dei miracoli più famosi di Gesù è proprio l’unico miracolo riportato in tutti e quattro i Vangeli: la moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Una volta ho sentito un’omelia che affermava che ciò che era realmente accaduto era che gli astanti avevano tirato fuori il cibo che nascondevano sotto i loro mantelli e lo condividevano. La predicazione di Gesù aveva ispirato l’abbandono dell’egoismo, e questo era il vero miracolo secondo quel predicatore.
I miei figli chiamerebbero una predica simile zoppa: disperatamente sbilanciata!
Questa era una folla bisognosa. Non potevano nutrire sè stessi nè farlo a vicenda. Non potevano guarire nè’ sè stessi nè gli altri. Gesù commosso , era pronto a fornire loro tutto ciò di cui avevano bisogno. Gli apostoli. d’altra parte, voleva mandarli via per arrangiarsi da soli.
E questo presenta il granello di verità contenuto nell’interpretazione poco convincente che abbiamo appena menzionato. Sebbene questa storia riguardi un’azione davvero soprannaturale e miracolosa, non si tratta di Dio che crea qualcosa dal nulla. Dice agli apostoli “date loro qualcosa da mangiare voi stessi”.
Deve scherzare, avranno pensato gli apostoli. Non avevano nulla o quasi nulla. Solo cinque pani e due pesci – appena sufficienti per servire da antipasto per loro, figuriamoci per la folla. Ma gli apostoli obbedirono timidamente quando Gesù ordinò di abbandonare le loro scarse scorte di cibo. Lui benedisse quella misera offerta e avvenne il miracolo. Non fu solo abbastanza, ma dopo che migliaia di persone avevano mangiato a sazieta’ ne rimase più di quello con cui avevano cominciato.
Non finisco mai di stupirmi per tutta l’energia che mettiamo nel creare delle scuse. “Non guadagno nemmeno abbastanza per sfamare la mia famiglia, come si puo’ pretendere che possa donare?” “Non ho studiato la fede abbastanza da poter fare l’insegnante di educazione religiosa”. “Incespico sulle mie parole quando provo a spiegare la mia fede – evangelizzerò semplicemente attraverso il buon esempio”.
Le nostre risorse finanziarie, i nostri talenti e la nostra santità sono chiaramente inadeguati per soddisfare le esigenze di un mondo affamato e confuso. Ma cos’altro c’è di nuovo? Questo vangelo ci comanda di offrire comunque queste risorse, confidando che Lui le moltiplicherà.
Chi avrebbe potuto indovinare come Dio avrebbe moltiplicato i pani e i pesci offerti da una suora albanese di nome Teresa quando entrò nei bassifondi di Calcutta per servire quelli che morivano nelle strade? Immaginate se avesse detto “No, Signore, questo va oltre le mie capacita’.” Immaginate se Pietro non ci avesse rpensato dopo aver detto “Lasciami, Signore, perché io sono un peccatore” (Luca 5, 8). Immaginate se gli apostoli avessero tenuto per loro i cinque pani e i pesci invece di offrirli alla folla che comunque non si sarebbe potuta saziare con quel cibo.
Ma “, voi potreste protestare,” Non è questa la storia miracolosa dell’Eucaristia? ” Assolutamente. Nell’Eucaristia portiamo il banale lavoro delle nostre mani, pane e vino, e uniamo a questo l’offerta della nostra vita mediocre. Attraverso l’invocazione dello Spirito e della Parola di Dio, questa offerta si trasforma nel Corpo e nel Sangue di Cristo, nel Pane della vita e nella Coppa della salvezza eterna. Gli offriamo il lavoro delle nostre mani e della nostra umanità rovinata, e Lui trasforma queste cose in umanita’ perfetta e divinità vivificante. E con questo non solo ci nutre, ma ci dà il potere di nutrire il mondo intero.
Questa trasformazione, questa moltiplicazione è una meraviglia soprannaturale che è la fonte di altre meraviglie. In effetti, se tirassimo fuori solo una frazione in più del potere miracoloso contenuto nell’Eucaristia, noi, la Chiesa e il mondo saremmo diversi per sempre.
Ed è per questo che Papa Giovanni Paolo II proclamò un Anno apeciale dell’Eucaristia negli ultimi giorni del suo pontificato – perchè meditando di più su questo dono sorprendente, fossimo spinti a smettere di tirarci indietro Gesù ha dato tutto e chiede tutto in cambio. Non per portarlo via, ma piuttosto per poterlo moltiplicare.
Questo scritto si concentra sul miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, come riportato nel vangelo di Matteo. È una riflessione sulle letture della 18ª Domenica del tempo ordinario, ciclo liturgico A – Isaia 55: 1-3, Salmo 145, Romani 8: 35-39; Matteo 14: 13-21. È anche appropriato come riflessione sulla storia della moltiplicazione negli altri tre vangeli, in particolare nelvangelo di Giovanni (18ª Domenica del tempo ordinario B)
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