SAULO DI TARSO, OVVERO PAOLO – PRODUCE FRUTTI

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Da Saulo di Tarso il Fariseo, a Paolo, l’apostolo – sia la sua vita che i suoi frutti furono trasformati. La sua storia ci dice da dove viene il frutto amaro dell’egoismo e della violenza, e come può essere cambiato nel frutto dello Spirito.

Nessuno era più zelante di Saulo di Tarso che, almeno tra i Gentili, passava sotto il nome romano di “Paulus” (che significa piccolo o umile in latino). Paolo bruciava di passione nel promuovere la Legge di Mosè e le tradizioni dei suoi antenati. Dalla Turchia alla Giudea, alla Siria, aveva perseguito incessantemente la sua ricerca della gloria di Dio.

Uva acerba – Raccolto della Corruzione

Ma tutto il suo duro lavoro fece più male che bene. Oh, i suoi sforzi portavano di certo dei frutti – l’uva acida del legalismo, dell’intolleranza e dell’oppressione. Non c’è da stupirsi che molti cristiani abbiano avuto ripensamenti sull’accettarlo come fratello, anche dopo l’incidente sulla via di Damasco. Dato il suo curriculum, non sono sicuro che mi sarei fidato di lui neppure io.

Paolo non era molto diverso da molti aspiranti riformatori e crociati nel corso della storia. Robespierre, Lenin, Mao e Bin Laden hanno tutti preso la spada in nome della giustizia e della verità.

Ciò che loro e Saulo il Fariseo non riuscirono a capire fu che la corruzione nella società deriva dalla corruzione nel cuore umano. E le tossine non sono prodotte nei cuori di poche mele marce. Tristemente si trovano nei cuori di ogni discendente di Adamo ed Eva. La mela che i nostri primi genitori hanno mangiato nel giardino conteneva questa tossina dell’ingiustizia e da allora è stata tramandata di generazione in generazione. L’effetto collaterale a lungo termine di questo frutto proibito è stato quello di rovinare il frutto anche dei migliori e più brillanti tra di noi.

Cristo, la vera Vite

Qual è il frutto dolce e vitale per produrre il quale siamo stati “progettati”? La prima lettera di Giovanni riassume tutto: fede e amore resi possibili dallo Spirito del Signore Gesù. Cristo, la vera vite (Giovanni 15: 1), rivelò il significato dell’amore quando, inchiodato ad un albero ed esposto al ridicolo, pregò non per la vendetta, ma per il perdono dei suoi persecutori. Quando il suo sacro costato fu trafitto, la linfa vivificante sgorgò da quella Vite e scorre ancora ogni volta che si celebra il sacramento del suo corpo e del suo sangue. Bere il calice è prendere in noi quel sangue sano che purifica il nostro sangue malato, sciacquando via il residuo tossico del peccato. Il suo sangue è rivitalizzante e nutriente, come linfa vitale che ci permette di produrre il frutto lussureggiante e delizioso dello Spirito (Galati 5)

Resta in me – La trasformazione di Paolo

Una volta che Paolo fu immerso nella pozza battesimale e ricevette il sangue vivificante di Cristo, i suoi frutti iniziarono a cambiare da aspri a dolci. La rabbia si trasformò in compassione,l’ipocrisia in umiltà. Il fariseo che aveva cercato di plasmare tutti nel suo stampo è ora disposto a diventare tutto per tutti gli uomini (I Corinzi 9:22) per liberarli dalla schiavitù che lui stesso aveva sofferto per tanti anni. Ventuno secoli dopo, i suoi scritti, comprendenti il 22% delle Scritture del Nuovo Testamento, stanno ancora portando eccezionali raccolti di frutti favolosi.

Molti di noi non hanno mai causato tanti problemi come Saulo, il Fariseo. Fortunatamente, non abbiamo prodotto tanti frutti marci. Ma è solo perché in realtà non produciamo molto frutto, né in male né in bene. Sappiamo della verità, della bontà e dell’amore, ma ci accontentiamo semplicemente di parlare di queste cose.

Discepoli non Ammiratori

Deve essere chiaro che l’ammirazione passiva della bontà non è assolutamente un’opzione per coloro che desiderano essere veri discepoli di Gesù Cristo. I discepoli sono coloro che seguono un maestro nel pensiero, nella parola e nell’azione. Lui portava frutti abbondanti, quindi noi, come discepoli e membri del suo corpo, siamo chiamati anche noi a dare molto frutto. Siamo chiamati ad amare in azione e in verità e non limitarci soltanto a parlarne nelle riunioni a cui partecipiamo.

Questo è proprio ciò che riguarda il Sacramento della Cresima, celebrato in molti luoghi durante maggio e giugno. È l’ incarico di condividere la missione della chiesa e portare molti frutti per Cristo.Questo sacramento comunica a tutti coloro che lo ricevono, la linfa vitale dello Spirito Santo che rende possibile una grande produzione anche dai rami più umili e ordinari.

span style=”color: #8c0000;”>Questo scritto si concentra su Saulo di Tarso, il Fariseo che viene a dare il buon frutto dello Spirito. Riflette sulla seconda lettura della decima domenica del tempo ordinario, ciclo C (Galati 1: 11-19, mentre le altre letture sono I Re 17: 17-24, Salmi 30: 2-13 e Luca 7: 16). Riflette anche in prima lettura per la quinta (5a) Domenica di Pasqua, ciclo B (At 9: 26-31). Entrambe queste letture raccontano la storia della trasformazione della vita di Paolo, illustrando il Vangelo per la 5ª Domenica di Pasqua, B, Giovanni 15: 1-8 – rimanere in Cristo, la vera vite, è l’unico modo per dare buoni frutti.

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