Venerdì Santo – Vittoria della Croce

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Il Venerdì Santo è il giorno della Crocifissione, Passione e Morte del Signore Gesù Cristo. Fu la croce un grosso errore o era nei Suoi piani?Fu una agonizzante sconfitta o una brillante vittoria?

Il terrorismo non è una novità. È probabilmente antico quanto il genere umano.

In effetti, la culla della civiltà, l’Iraq attuale, era la sede dei terroristi più infami dell’antichità, gli Assiri. Il loro obiettivo era di conquistare i loro vicini in modo tale da minimizzare la resistenza iniziale e la successiva ribellione. Per fare questo, sapevano che la paura sarebbe stata la loro arma più potente. Una semplice minaccia di morte per coloro che resistevano non era sufficiente perché molti preferivano la morte alla schiavitù . Così gli Assiri svilupparono una tecnologia che producesse la quantità massima di dolore per il tempo più lungo possibile prima della morte. Si chiamava crocifissione. Questa procedura ingegnosa si rivelò una tattica terroristica davvero molto efficace.

Era politica dell’Impero Romano adottare dai popoli conquistati qualunque cosa apparisse utile. Trovarono la crocifissione un ottimo strumento di intimidazione. L’umiliazione di essere spogliato nudo a morire in uno spettacolo pubblico era particolarmente ripugnante per gli ebrei, per i quali la nudità pubblica era un abominio. Per inciso, la crocifissione era ritenuta così orribile che il diritto romano proibiva che si effettuasse su un cittadino romano, anche se traditore. Era riservata solo agli schiavi e ai popoli conquistati.
I non cristiani hanno chiesto spesso: perché i cristiani adornano le chiese, le case e il loro collo con un simbolo di umiliazione, terrore e tortura? Perché costruire un’intera religione intorno alla croce ?
Sant’Anselmo (12 ° secolo) lo ha spiegato in questo modo. Il peccato del nostro primo padre fu l’orgoglio, la disobbedienza, e l’amore di sé. Ingannati dal serpente, Adamo ed Eva mangiarono il frutto proibito a dispetto di Dio, perché volevano esaltare se stessi come Suoi pari. I risultati sono stati catastrofici: perdita della comunione con Dio, l’uno dell’altro, e dell’universo creato. La storia della razza umana è stata una storia in cui ognuno di noi, indebolito dall’impatto di questo peccato sulla nostra natura, ha seguito il suo modello, rifiutando con orgoglio di obbedire a Dio e amare il nostro prossimo.
Anselmo ha sottolineato come il peccato costituisca un’offesa infinita contro la bontà e l’onore di Dio . Essendo stato creato libero e responsabile, vincolato dalla legge della giustizia, il genere umano è obbligato a offrire atti di amore, umiltà e obbedienza a Dio in maniera potente a sufficienza da annullare la lunga eredità di disobbedienza, orgoglio e disamore e ripristinare la nostra amicizia con lui.

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Il problema è che l’umanità ferita non poteva neanche cominciare a tentare un tale compito. Così il Padre ha mandato il suo Verbo Eterno per diventare uomo e realizzare il compito al posto nostro, sostituendoci. Che il Dio immortale e infinito svuotasse se stesso e si unisse ad una natura umana limitata e vulnerabile era già un atto di amore e umiltà inimmaginabili. Ma perche’ la redenzione fosse completa, l’eroe avrebbe dovuto sopportare la piu’ grande furia che l’inferno e l’umanità decaduta potrevano scagliare contro di lui: la croce.
Di sicuro, dopo che le folle che Lui aveva guarito e nutrito si misero a gridare: «Crocifiggilo! ” e i suoi apostoli erano scappati, Gesù avrebbe capito che non ne valeva la pena. Di certo avrebbe maledetto gli ingrati e usato il Suo potere divino per liberarsi come molti gli suggerivano nelle loro provocazioni. Invece no. Il suo era amore fino alla fine, Amore portato al massimo (Giovanni 13:01). La sua morte era la manifestazione chiara e innegabile del trionfo dell’obbedienza sulla disobbedienza, dell’amore sull’egoismo, dell’umiltà sull’ orgoglio.

Il Venerdì Santo è stato il D-Day della stirpe umana, il giorno che dava inizio alla nostra liberazione nella guerra contro il male. Dopo la Pentecoste, il potere dell’amore obbediente, umile e inarrestabile di Cristo è stato reso disponibile a tutti coloro che sono disposti a condividerlo, producendo martiri e santi in ogni generazione, fino al Massimiliano Kolbe e alla Madre Teresa della nostra epoca.

Così la croce non è solo vittoriosa, è feconda . Ha portato il frutto della salvezza nell’atto amorevole di Cristo, ma ha continuato a dare nuovi frutti nel corso dei secoli. Ecco perché, se andate alla Chiesa di San Clemente a Roma, vedrete uno dei mosaici più stupendi della Città Eterna. L’antico strumento di assoggettamento e di morte, avvolto con vigne verdeggianti ricolme di frutta di ogni forma e dimensione, la croce trionfante diventa l’albero della vita.

Questo scritto sulla vittoria della croce è stato originariamente presentato come riflessione sulla lettura della Passione del Venerdì Santo, ma è anche opportuno come meditazione sulla festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre.

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