FESTA DI CRISTO RE – UN DOMINIO DUREVOLE

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La festa di Gesù Cristo, Re Universale, fu istituita da Papa Pio XI nel 1925 e viene celebrata l’ultima domenica dell’Anno liturgico cattolico. Ci fa riflettere su quale tipo di autorità, regno e dominio siano veramente duraturi e quale giudizio sarà veramente definitivo.

Fin dagli albori della civiltà, ci sono stati re che hanno sognato di possedere un dominio mondiale, un regno universale, che sarebbe durato per sempre.

Conquistatori e Regni

Alcuni sono quasi riusciti a conquistare gran parte del mondo conosciuto: Alessandro, Gengis Khan, Cesare Augusto, e Adolf Hitler, per citarne alcuni. E alcuni regni sono durati molto a lungo, come ad esempio Roma, la cui metà orientale durò 2000 anni.

Ma nonostante tutte le loro macchinazioni, pretese, e monumenti eretti ad auto-glorificazione, i grandi governanti della terra si sono dimostrati mortali come chiunque altro. Hanno avuto la loro giornata di gloria … per poi scomparire. Anche i loro regni, in ultima analisi, sono scomparsi, lasciando a generazioni di turisti e archeologi una moltitudine di rovine da esplorare.

C’è un’altra cosa che questi grandi della terra hanno avuto in comune: essi custodivano gelosamente la loro Gloria e non la condividevano con nessuno. La loro ascesa ai vertici del potere è avvenuta a danno di altri, e loro non hanno esitato a eliminare qualsiasi rivale.

Un tipo diverso di Sovrano

La festa di questa Domenica celebra il fatto che c’è un Re notevolmente diverso. Egli è venuto per servire tutti, anche i suoi nemici. Egli era veramente un Figlio dell’uomo, con una natura umana vulnerabile. Ma era anche vero Figlio di Dio. Non in un senso mitologico, come i faraoni, o in un senso di pia illusione, come i vari Cesari, ma realmente e veramente, l’Immortale, l’Eterno, che assume la forma di un uomo mortale in un momento specifico della storia.

Piuttosto che sentenziare i suoi avversari, li perdonò. Piuttosto che dominare i suoi sudditi, li esaltò. Li chiamò perfino amici, invece che servi, e concesse loro una parte del suo sacerdozio e della sua regalità. Anche se morì, come gli altri re, fu per uno scopo diverso da Augusto nel suo letto o Hitler nel suo bunker. Morì volentieri per salvare il suo popolo, e la sua morte non fu il risultato di una sconfitta in battaglia o di un piano andato storto, ma di una gloriosa vittoria pianificata prima dell’origine del mondo.

christ the king

Dominio duraturo

Si alzò in gloria, cosa che non può essere detta per tutti gli altri. E alla sua incoronazione celeste, quando salì al Padre, gli fu dato quello che gli altri avevano bramato: un dominio su tutto il mondo che durerà per sempre.

Ma il mondo va avanti ignaro, con dirigenti aziendali e statisti che continuano a manovrare per ottenere una posizione di rilievo, esaltandosi a scapito di altri. Altri ancora affollano le copertine delle riviste di attualità cercando di competere per altre glorie come quella di Re del Rock’n’roll.

Sovranità universale

Il vero re, tuttavia, sta aspettando il momento giusto. Tornerà e improvvisamente le cose appariranno come sono veramente. La sua venuta spazzerà via l’ambizione, la vanità, e la presunzione, e molto di ciò che oggi sembra importante apparirà veramente vuoto. Non sarà più permessa l’oppressione, gli innocenti saranno finalmente liberati da quelli che li tormentano.

Questo dominio sarà veramente universale, non ci sarà più alcun posto dove Lui non sia riconosciuto come Colui Che è, anche se in alcuni ambienti, questo riconoscimento avverrà con costernazione e tristezza.

Giudizio definitivo

Perchè la sua venuta significherà rovina…giudizio per coloro che gli hanno resistito per tanto tempo. Essi potranno, naturalmente, aggrapparsi al male che hanno scelto, e tenerlo stretto a sé per l’eternità. Ma essi non potranno più usarlo per affliggere gli altri.

Questo giudizio, questo regno, avrà l’ultima parola. Nessuna elezione lo potrà ribaltare in quattro anni o quattro milioni di anni. Non c’è nessuno più forte che possa far cadere il dominio dalla sua mano onnipotente.

La Chiesa istituì questa festa di Cristo Re, durante giorni tristi, quando le nubi del fascismo e del comunismo stavano oscurando la terra con la loro ombra minacciosa. La festa serve come monito a noi che conosciamo la fine della storia e non dobbiamo farci ingannare dal pavoneggiarsi dei boriosi e dal compiacersi dei prepotenti. Se ne andranno presto.

E Lui sarà qui presto. Quanto presto? Nessuno lo sa.

Una riflessione su regno, dominio e autorità per la 34a Domenica del Tempo Ordinario, Festa di Cristo Re, Ciclo B. (Daniele 7: 13-14, Salmo 93, Rivelazione 1: 5-8; Giovanni 18: 33-37 ).

Per ulteriori risorse sulla la festa di Cristo Re, si veda Christ the Judge and the Second Coming (“Cristo Giudice e la Seconda Venuta”)

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